Pensaci. Lo spot del Pd che fa discutere

Comunque, stavolta il Pd non lo voto. In una anomala campagna elettorale, dove Berlusconi, Di Maio e Salvini rifiutano di confrontarsi pubblicamente con il segretario Pd Matteo Renzi, e dove il web condiziona la realtà a tal punto che il sentiment online influisce su quello offline e lo uniforma, è proprio il Partito Democratico a scegliere un modo tutto suo per convincere gli elettori a votarlo. Lo fa con due spot, dal titolo ‘Pensaci’: il primo che comincia con una dichiarazione di non voto, il secondo — sequel del primo — che si chiude con un appello al voto: sia per convinzione sia come voto utile.

E infatti la legge sulle unioni civili, il bonus cultura per i giovani, la legge sul biotestamento, l’eliminazione della tassa sulla prima casa, gli 80 euro al mese che sono circa mille euro all’anno, e altre misure ancora, sono raccontate attraverso le esperienze personali dei protagonisti, e non da un politico che davanti alla telecamera recita la lista delle cose fatte.

Poi parte il fuoco di fila, l’elenco ritmato dei provvedimenti e dei dati positivi dell’Italia in crescita, con la voce in sottofondo che invita a scoprire sul sito del Pd il programma del partito con le cento cose fatte e le cento da fare. Si arriva in crescendo al climax: è lo sfogo del padre che, con un atteggiamento a metà fra lo scettico e il radical-chic, conferma che no, lui il il Pd non lo voterà. Il finale è a sorpresa: mentre il padre ferma la macchina a semaforo e sbotta che, nonostante tutto, non sosterrà il Pd, una bicicletta si avvicina all’auto e domanda: «Sicuro sicuro?Pensaci!». È Matteo Renzi.

Lo spot ha senza dubbio una sua originalità rispetto a tutti quelli delle altre forze politiche. Innanzitutto la sua veste: è uno spot semplice, quotidiano nella sua ambientazione, e per questo diverso dallo spot elettorale classico, carico di retorica, di sottofondi musicali evocativi, di slogan enfatici. Il titolo stesso, ‘Pensaci’, richiama più un consiglio tra amici che un perentorio ordine al voto.

C’è poi il contenuto degli spot. E qui sta la vera novità, I suoi ideatori — i creativi dell’agenzia di comunicazione pugliese Proforma (lo spot, infatti, è stato girato a Bitonto) — sono partiti dal sentiment in apparenza non positivo verso il Pd, per farne uno strumento di dialogo e di convincimento, partendo non dalla politica, ma dalla vita dei cittadini. C’è il suggerimento a riflettere, attraverso la dimostrazione concreta di ciò che i governi a guida Pd hanno realizzato, non c’è invece la minaccia (‘se non voti, accadrà questo’) e nemmeno le solite promesse elettorali (‘se voti, faremo).

È un modo leggero per affrontare una certa riluttanza quasi istintiva, un po’ fighetta, un po’ da intellettuale snob, a votare PD. Atteggiamento che c’è. Per cui magari si tende a ricordare solo gli errori, che pure ci sono stati, del Pd, e non le tante cose buone fatte, peraltro in un periodo difficilissimo e in condizioni ‘parlamentari’ e sociali molto complicate.

Non è soltanto un modo per guardare al bicchiere mezzo pieno (prima dell’arrivo del governo Renzi, si parlava della possibilità del fallimento del Paese, l’Italia in default), è anche una narrazione reale di ciò che è stato fatto, tirandola fuori dal pantano del web, dove tra violenze verbali, insulti e fake-news, è spesso difficile distinguere il vero dal falso.

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